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Il pianista e compositore lucano Rocco De Rosa, vive e lavora a Roma dal ’95.
La sua attività musicale si divide tra il lavoro di compositore in diversi ambiti artistici in particolare cinema (Moretti, Olmi, Reali, Miniero, Genovese, La Nubile, Astuti) documentari, televisione, teatro e danza. Come pianista dirige per molti anni il gruppo multietnico “Hata”, un progetto nato in seguito alla pubblicazione nel 1996 del cd “Trasmigrazioni” curato dallo stesso De Rosa con Daniele Sepe e Paolo Fresu.
“Hata” è anche il titolo del cd pubblicato nel ’98, da cui la Putumayo World Music di New York ha scelto il brano “Malonghi”, (scritto da Rocco De Rosa e cantato da Martin Kongo) per inserirlo nella compilation “One World, Many Cultures” dove sono presenti artisti quali Alan Stivell, Youssou N’Dour, Cheb Mami, Ziggy Marley.

Il suo penultimo lavoro “Rotte Distratte” della fine del 2002 ha rappresentato un ritorno alle sonorità e alla musicalità più strettamente legate alla cultura mediterranea attraverso un particolarissimo incrocio tra minimalismo, jazz e musica popolare, un discorso musicale che si è ancor più precisato nell’ultimo cd “Trammari” disco che vede come ospiti, tra gli altri, musicisti quali Ralph Towner e Maria Pia De Vito.

E’ stato presente nelle edizioni del 2003, 2004 e 2006 di Letterature - Festival internazionale di Roma, commentando al pianoforte i testi letti dagli autori Paco Ignacio Taibo II, Hanif Kureishi, Colson Whitehead, Abasse Ndione, Richard Ford e Sandro Veronesi e dagli attori Paolo Bonacelli, Sandro Lombardi, Licia Maglietta, Valeria Golino e Isabella Ferrari.

 

Dal 24 febbraio in tutte le librerie Feltrinelli e nei migliori negozi di dischi esce il nuovo album Sonoaria.

Presentazione di Carlo Boccadoro:

I brani contenuti in questo doppio album sono istantanee che riescono a catturare in pochi minuti una grande quantità di situazioni e sensazioni musicali diverse, le cui suggestioni spesso provengono da luoghi geografici lontanissimi tra loro, che Rocco De Rosa riesce ad avvicinare e ricongiungere attraverso un processo di sintesi stilistica che caratterizza tutta la sua produzione sin dai dischi di molti anni fa come Officina e Rotte Distratte. De Rosa tende a creare un linguaggio di sintesi dove gli elementi primarisono talmente stemperati nel risultato finale da essere talvolta irriconoscibili, ma nonostante questo presenti sempre come linfa vitale, Dna di questa musica che sa di essere allo stesso tempo attuale e antichissima, come se egli creasse al giorno d’oggi la propria tradizione popolare.La massima concentrazione espressiva è l’obiettivo che Rocco si propone in ogni suo pezzo, sia che si tratti del solo pianoforte che delle sue coloratissime partiture d’assieme. L’ascolto in sequenza di differenti brani tratti dagli album precedenti aiuta a mettere le cose in prospettiva, dimostrando la coerenza e la solidità della produzione del compositore.Nei monologhi alla tastiera il virtuosismo in senso banalmente digital/muscolare viene accuratamente evitato, in quanto vuota ostentazione di bravura. Rocco preferisce indirizzare la propria lente d’ingrandimento verso i dettagli più nascosti e segreti delle composizioni, scandagliando frammenti melodici e capriole armoniche con leggerezza e sensibilità, soppesando note e silenzi, riuscendo sempre a evitare con immutata bravura le trappole dell’ovvio che caratterizzano sin troppa musica cosiddetta “di confine” del giorno d’oggi.Ogni nota conta, ogni accordo ha un proprio inconfondibile gusto, accentuato ancor di più dalla bellezza di suono che Rocco riesce a evocare dallo strumento. Nelle nuove scorribande di gruppo rimangono le impronte digitali così tipiche della produzione di questo musicista: l’interesse per le sonorità extraeuropee che non si trasforma mai in superficiale turismo culturale ma tenta sempre (e ci riesce) a integrare voci diverse in una nuova armonia, il gusto per i ritmi scintillanti senza pesantezze, le trame armoniche semplici ma sempre molto raffinate, l’abilità innata di mescolare tanti colori diversi per ottenerne sempre di nuovi, la freschezza dei temi che con semplicità si imprimono nella memoria sin dal primo ascolto, la capacità di creare un percorso personale di indagine sonora senza rinunciare alla gradevolezza d’ascolto. Rocco è una voce sensibile e intelligente della nostra Musica. Questo nuovo disco, a cavallo tra passato e presente, ci mostra anche quali saranno i percorsi che questo instancabile esploratore di ambienti sonori differenti intraprenderà in futuro, cercando sempre di trovare fili comuni tra universi distanti.

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Rocco De Rosa

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